Elegie alla patria

Elegie alla patria

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Un racconto intimo sul reale valore dell’identità, sulle difficoltà di essere americano e mussulmano nel mondo post 11 settembre, ma anche la storia dell’influenza della crisi economica e della cavalcata elettorale di Trump nei rapporti tra un padre immigrato, che ama gli Stati Uniti e tutto ciò che rappresentano anche quando ciò mette in pericolo la sua stessa posizione e sicurezza, e un figlio, americano per nascita e formazione, che però inizia a dubitare dei valori con cui è cresciuto, quelli domestici, ma soprattutto quelli patriottici e consumistici tipici della sua generazione. Con un’opera che è in parte dramma familiare e in parte romanzo picaresco, Ayad Akhtar offre uno sguardo attento e profondo sugli Stati Uniti e sulle loro contraddizioni, mescolando finzione e biografia racconta la storia di un padre e un figlio, dei rapporti con il passato e con le proprie radici e della necessità di affrontare i problemi che questi pongono per sentirsi bene a casa propria.

Book details

About the author

Ayad Akhtar

Ayad Akhtar è un romanziere e drammaturgo. Il suo lavoro è stato pubblicato e messo in scena in oltre venti lingue. Come drammaturgo, ha scritto Junk, Disgraced (La nave di Teseo, 2021), con cui ha vinto, tra gli altri, il premio Pulitzer, The Who & The What e The Invisible Hand. I suoi lavori teatrali hanno ricevuto alcuni tra i più prestigiosi riconoscimenti americani e internazionali del settore. Inoltre, Akhtar è un Board Trustee presso il New York Theatre Workshop e PEN America, dove ricopre il ruolo di presidente da dicembre 2020. Il suo primo romanzo, La donna che mi insegnò il respiro (2012), è stato tradotto in oltre venti paesi. Elegie alla patria è stato uno dei libri preferiti di Barack Obama nel 2020; è stato considerato uno dei 10 migliori libri dell’anno da “The New York Times”, “Entertainment Weekly”, “The Washington Post”, “New York Times Book Review”, “Publisher Weekly”, “NPR”, “Shelf Awareness”, “St. Louis Post-Dispatch”, “Library Journal”, “The Economist” ed è stato finalista per la Andrew Carnegie Medal 2021 per il miglior romanzo