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A Nuovariva, nella Bassa emiliana, i delitti di prossimità sono una consuetudine, in particolare quelli che hanno come vittime le donne; i loro cadaveri spariscono per sempre nel verde scuro della palude. Ma un giorno accade che il corpo di una ragazzina assassinata nei giorni della Merla, i giorni più freddi dell'anno, non affondi subito e rimanga fino a primavera sulla superficie ghiacciata dell'acqua. Nessuno si azzarda a raccoglierlo. Molti anni dopo la ragazzina riemerge e, protetta da una suora un po' bizzarra, Leonida, e da un simpatico carabiniere, il maresciallo Fringolesi, diventa una specie di giustiziere che ammazza i maiali su due gambe. Per il resto la sua vita riprende dal punto in cui si era interrotta. Dopo un'adolescenza turbolenta, la giovane si inserisce nella sparuta comunità di Nuovariva come giornalista di cronaca nera. Sui suoi colleghi ha però un vantaggio: i cadaveri le raccontano le loro storie. Alternando di continuo i piani temporali, e passando con disinvoltura dal registro gotico a quello comico-picaresco, Caterina Cavina ha scritto un romanzo che, con l'efficacia imbattibile della leggerezza e senza mai cadere nella morbosità, si legge come una fiaba moderna.

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