Il padre è nudo Tutto quello che gli uomini non dicono

Il padre è nudo

Tutto quello che gli uomini non dicono

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«Gli uomini non parlano mai tra loro, nemmeno quando diventano padri e le loro emozioni li travolgono lasciandoli come mosconi alla deriva. Anche i miei amici maschi, diventati papà molti anni prima di me, sono stati omertosi. Hanno lesinato con le descrizioni e con le esperienze personali. Hanno detto solo «Tu di’ sempre sì» oppure «Verso i due anni ricominci a vivere», ma hanno omesso i particolari che sono tutto. Da sempre gli uomini si sono accoppiati quando lo comandavano i loro ormoni e non erano le femmine a deciderlo. Questo fino a pochi decenni fa, fai anche un secolo. Oggi invece diventi papà prima ancora di scopare. Sarò un padre nuovo, mi sono detto, un padre presente, una semi-Madre. Diventando un papà iper-presente sarei stato l’avanguardia di una selezionata schiera di combattenti che cambiano la storia, uomini con tutte le risorse, felici mamme e rigorosi papà. Ma sbagliavo. I maschi sono stati cattivi con me rinunciando alla condivisione delle loro esperienze, unico strumento di crescita dell’Umanità, e io ho deciso che devo rompere la catena che, di generazione in generazione, obbliga tutti a ripetere gli errori di chi è nato e morto prima di te, e quindi svelerò quello che i futuri padri devono sapere. Sono passati due anni da quando è nata Margherita ed è arrivato il momento di dire quello che gli uomini non dicono.»

Stefano D’Andrea

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Sull'autore

Stefano D’Andrea

Stefano D’Andrea (1967), dopo aver vissuto a Roma e a Bologna, ed essersi innamorato di New York, torna a Milano e la fa finalmente casa propria cercando di conoscerla un umano alla volta. Scrittore, animale social, ex sociopatico, storyteller da palcoscenico, cestista e milanista è anche odiatore professionale di alcuni selezionati moralisti. Ha (aveva) quattro nonni di quattro regioni diverse ma rimane attaccato visceralmente solo alle «sue» Dolomiti. Già pseudo-Erode si è trasformato in un uomo 2.0 alla ricerca della propria individuazione, del proprio punto di caduta sulla Terra, un po’ come gli angeli del Cielo sopra Berlino. Vive finalmente felice, sostenuto dal costante percorso junghiano e dagli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina, con la Betta, Margherita America e quel fenomeno che è il Gatto Morto.

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