“In questa famiglia patriarcale la morte del padre è sopravvenuta come una glaciazione verificatasi altrove, nei terreni ormai deserti dove i membri della famiglia continuano ieraticamente a compiere i gesti della scomparsa vita in comune.” Un racconto breve, lancinante, attraversato da una vena al tempo stesso irriverente, ironica e drammatica. In La morte del padre Alice Ceresa esplora, con gli strumenti di dissezione della realtà e del linguaggio che le sono propri, cosa succede a un nucleo familiare qualunque nel momento in cui la figura attorno a cui esso tradizionalmente sembra riunirsi ed esistere scompare. Seguendo in modo sia corale che individuale le vicende di ciascun personaggio – la figlia maggiore, il figlio maschio, la vedova e la figlia minore (personaggio autobiografico) – l’autrice di questa apparentemente inevitabile disgregazione familiare ci mostra i limiti, le paure inespresse, la banale volgarità del dolore. Quello che importa a Ceresa è narrare il modo in cui ogni personaggio vive la morte del padre.
E dimostrare come, in una grottesca impassibilità, ciascuno di essi rimane fissato e come intrappolato nel proprio ruolo a oltranza, anche dopo l’evento traumatico. Non diverso è, però, il destino riservato al defunto: neanche lui è una creatura sofferente e sopraffatta, dotata di spessore; è solo e soltanto un patriarca.
Ritorna in libreria un libro che per la sua lucidità chirurgica e per la qualità della sua scrittura ha rappresentato per molti critici ed estimatori di Alice Ceresa il vero terzo capitolo (effettivamente mai scritto) della sua trilogia familiare, comprendente La figlia prodiga e Bambine. Un testo capace di provocare nel lettore una reazione, qualunque essa sia, per via della sua straordinaria potenza narrativa.
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Yes -
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Italian -
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About the author
Alice Ceresa
Alice Ceresa (1923-2001) nasce a Basilea e vive nel Canton Ticino e poi a Zurigo lavorando come giornalista e traduttrice. Nel 1950 si trasferisce a Roma, dove lavora nella redazione della rivista “Tempo presente”, diretta da Ignazio Silone, e successivamente come editor della Longanesi. Ha fatto parte del Gruppo 63. Con La figlia prodiga (Einaudi 1967) vince il Premio Viareggio Opera Prima. Pubblicherà poi soltanto un secondo libro, Bambine (Einaudi 1990). Uscirà postumo il Piccolo dizionario dell’inuguaglianza femminile (nottetempo 2007). Le sue carte, comprendenti numerosi manoscritti, sono conservate a Berna (Biblioteca Nazionale).