In una incantevole Trieste fine Ottocento, vivificata dall’aria mitteleuropea e dalla bora dell’irredentismo, si muovono, aggraziate, e come consapevoli di un loro tragico destino, le quattro sorelle Wieselberger. Appartengono a una famiglia della buona società: la madre è una tranquilla signora, che si divide tra la casa di città, odorosa di cera e di pulito, e la grande casa di campagna, con giardino, orto e vigna; il padre è uno stimato musicista, che dirige con autorità affettuosa sia la famiglia che l’orchestra dei «dilettanti filarmonici». Narrando la loro storia, che è poi quella della sua ramificatissima famiglia, Fausta Cialente racconta mezzo secolo di storia. Integrando la memoria con la fantasia e cogliendo i nessi espliciti e sotterranei tra vita privata e pubblica, tra individuo e storia, Le quattro ragazze Wieselberger, vincitore del Premio Strega nel 1976, porta a compiuta maturità umana ed espressiva l’attività di scrittrice svolta dalla Cialente nell’arco di quarant’anni e realizza il senso, più segreto e vero, della sua vocazione artistica.
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Italian -
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Fausta Cialente
Fausta Cialente (Cagliari, 1898 - Pangbourne, 1994), figlia di madre triestina alto borghese e padre abruzzese e militare. Nel 1921 sposa il compositore e agente di Borsa Enrico Terni, dal quale avrà una figlia, e con lui nsi trasferisce in Egitto, dove vive ventisei anni. Ha scritto alcuni dei più bei romanzi del nostro Novecento – Cortile a Cleopatra (1936), Ballata levantina (1961) e Un inverno freddissimo (1966) – affreschi pieni di vita di altri mondi e altri tempi, e se l’Egitto è il filo conduttore di gran parte della sua produzione letteraria, sono le donne il tema centrale della sua riflessione e della sua scrittura.
Nel 1976 si aggiudica il Premio Strega, con Le quattro ragazze Wieselberger. Di alto valore artistico anche la sua attività di traduttrice, fra cui Henry James (Giro di vite) e il ciclo di Louisa May Alcott, Piccole donne, Piccole donne crescono e Piccoli uomini.