Quella certa dipendenza dal tasto invio

Quella certa dipendenza dal tasto invio

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Un gatto per il quale Penelope nutre un amore sconfinato, e viceversa, per questo l’ha chiamato Saffo, un Mac dove scrivere noiosissimi e inutili pezzi sulle ultime tendenze, un piccolo bilocale, e la decisione di essere una fashion blogger di professione, e quindi vivere di hashtag, e di soventi manifestazioni di ipotetici influencer. Penelope odia la moda ma ci lavora, odia quelli della moda, ma ci esce, non ha un buon rapporto con i social network, ma ci campa, sogna le chiamate al telefono fisso e invece manda messaggini con facce, simboli e parole mozzate, non ha mai avuto storie, ma ha tanti uomini, perché ha sempre pensato che l’Illuminismo fosse più conveniente del Romanticismo. Fino a quando conosce Yiannis, su Facebook. Peccato viva ad Atene. Dopo mesi di chat i due concretizzano il rapporto virtuale materializzandosi a Parigi, dove Penelope avrebbe dovuto iniziare un libro. Da lì è tutto un rimbalzare tra Italia e Grecia, mentre Penelope da libertina e cinica diventa sempre più gelosa e paranoica, e Yiannis di conseguenza distaccato. Era meglio essere «illuminista».

#premiinvia

«Oggi siamo tutti in ritardo (perché tanto basta un messaggio) e ritardati, capaci di dire tutto con le dita e niente con la bocca. Eroi con il pollice, conigli con la lingua. Io, comunque, odio il tasto Invio, è bipolare: ci sono dentro delle particelle disturbate che ti trasmettono felicità o tristezza, in ogni caso ansia. Come adesso: sto scrivendo e a un certo punto mi trovo con l’indice sospeso sopra quella freccetta bianca, perché se invio ci sarà una conseguenza, se non invio ce ne sarà un’altra. Non so cosa fare. Sei tu che schiacci il tasto, ma è anche lui che si fa schiacciare, è il tasto delle decisioni, che lo schiacci o no sei costretta a scegliere.»

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About the author

Lucia Del Pasqua

Lucia Del Pasqua, aretina nel midollo, irremovibile gattara, giornalista pubblicista e «scribacchina esagitata», ha aperto anni fa il suo blog, Fashion Politan, con la missione di portare poca serietà nel mondo, d’intrattenere, di far leggere storie.

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