Giorgio de Chirico
Giorgio de Chirico (1888-1978) nasce a Volos, in Grecia, da genitori italiani. Frequenta il Politecnico di Atene e l’Accademia di Belle Arti di Monaco. Nel 1910 si trasferisce a Firenze con la madre e il fratello Andrea, alias Alberto Savinio. Qui, in piazza Santa Croce, ha la sua rivelazione e realizza i primi dipinti metafisici. Si sposta in seguito a Parigi dove, ispirato dall’architettura torinese e dalla filosofia di Nietzsche, sviluppa il tema delle piazze d’Italia.
Nel 1912 espone al Salon d’Automne e viene notato da Picasso e Apollinaire con il quale avvia una duratura amicizia. Nel 1914 inizia il ciclo di opere caratterizzato dai “manichini” e, nel maggio dell’anno seguente, arruolato nell’esercito italiano, viene inviato a Ferrara.
Qui dipinge i primi interni metafisici e realizza le sue opere più note: Il grande metafisico, Ettore e Andromaca, Il trovatore e Le muse inquietanti. A Roma, dove si trasferisce nel 1919, ha luogo la sua prima mostra personale alla Casa d’Arte Bragaglia. Alla fine del 1925 si stabilisce nuovamente a Parigi. I protagonisti dei suoi dipinti sono ora gli archeologi, i cavalli in riva al mare, i trofei, i paesaggi nella stanza, i mobili nella valle e i gladiatori. Nel 1929, les Éditions du Carrefour di Pierre Lévy pubblicano il suo romanzo Hebdòmeros. Le peintre et son génie chez l’écrivain. Alla fine degli anni sessanta riprende i soggetti metafisici per trasporli in contesti gioiosi e pieni di colore: la Neometafisica. Si dedica inoltre alla litografia di opere fondamentali come I promessi sposi, l’Apocalisse di San Giovanni e il suo stesso romanzo Hebdòmeros e partecipa a grandi retrospettive in tutto il mondo.