Il cane ha sempre fame

Il cane ha sempre fame

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Nel 1348 un terremoto sconvolse il Friuli e poco dopo la peste spazzò l’Europa con violenza, tanto che, ad Avignone, il papa Clemente VI per proteggersi stette seduto tra due fuochi per tutta la durata della pandemia. A questo evento storico è dedicata la prima poesia che, metafora di quello che l’autrice ha vissuto mentre scriveva, fa da prologo alle cinque parti di questa raccolta in cui Anja Kampmann mostra il suo grande talento e la sua capacità di raccontare, con i versi, il mondo in cui viviamo. Quest’epoca definita antropocene, in cui l’uomo ha influenzato in modo permanente, e spesso tragico, il nostro pianeta e gli altri esseri viventi; ma Kampmann evoca anche la sua infanzia nel nord della Germania, i traumi della storia, e lo fa sempre senza dare giudizi, ma solo trasformando in poesia ciò che la circonda. Settantadue componimenti in versi liberi che parlano di noi e del nostro tempo, di donne e uomini, ragazze e ragazzi, ma anche di ambiente, d’infanzia, di passato, di futuro e di nostalgia, scritte con lo sguardo di un’osservatrice attenta, distante ma empatica, in grado di raccontare gli orrori del passato e del presente, ma anche l’amore e la vita.

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Sull'autore

Anja Kampmann

Anja Kampmann è nata ad Amburgo nel 1983 e vive a Lipsia. Nel 2013 ha ricevuto il MDR Literaturpreis, nel 2015 il Wolfgang Weyrauch Förderpreis e nel 2021 il Rainer Malkowski Preis. Il suo romanzo d’esordio Dove arrivano le acque (2022) è stato premiato con il Lessing Förderpreis e il Mara Cassens Preis, mentre la traduzione americana è stata inserita nella shortlist del National Book Award per la migliore opera tradotta.

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