L'istituzione negata

L'istituzione negata

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Noi neghiamo dialetticamente il nostro mandato sociale che ci richiederebbe di considerare il malato come un non-uomo e, negandolo, neghiamo il malato come non-uomo. Noi neghiamo la disumanizzazione del malato come risultato ultimo della malattia, imputandone il livello di distruzione alle violenze dell'asilo, dell'istituto, delle sue mortificazioni e imposizioni; che ci rimandano poi alla violenza, alla prevaricazione, alle mortificazioni su cui si fonda il nostro sistema sociale. La depsichiatrizzazione è un po' il nostro leitmotiv. È il tentativo di mettere fra parentesi ogni schema, per agire in un terreno non ancora codificato e definito. Per incominciare non si può che negare tutto quello che è attorno a noi: la malattia, il nostro mandato sociale, il ruolo. Neghiamo cioè tutto ciò che può dare una connotazione già definita al nostro operato. Nel momento in cui neghiamo il nostro mandato sociale, noi neghiamo il malato come malato irrecuperabile e quindi il nostro ruolo di semplici carcerieri, tutori della tranquillità della società. La grande lotta di Franco Basaglia comincia con un no totale per uscire da un circolo vizioso, spalancando le porte su un'istituzione, una scienza e una società che mostrano il loro volto denudato nelle sue vergogne più nascoste. Uno scandalo del '68.

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Sull'autore

Franco Basaglia

Franco Basaglia (1924-1980), psichiatra e neurologo, è il fondatore della concezione moderna della salute mentale e l’ispiratore della Legge 180. Legge che nel 1978 abolisce il manicomio e definisce in un modo del tutto nuovo il quadro giuridico del trattamento psichiatrico e delle funzioni dei servizi di salute mentale. Tra i suoi libri più noti, “Che cos’è la psichiatria?” (1967/1997) e, con Franca Ongaro Basaglia, “L’istituzione negata” (1968) e “La maggioranza deviante” (1971), ora ripubblicati da Baldini+Castoldi.

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