Pesci, Santi e Madonne è una collezione d’illustrazioni e agiografie spericolate. Nuove icone, disegnate su Paint da Luca Zacchini in arte Spavaldo, raccontano le vite impossibili, le morti truci e i miracoli spettacolari di 77 Santi e 7 Madonne. Le storie, raccolte in una lunga ricerca che attinge tanto dalla Legenda aurea di Iacopo da Varagine quanto dal sito santiebeati.it e riscritte da Giulia Zacchini, accompagnano i santini e ne danno le istruzioni per l’uso. Fratello e sorella, i due autori fanno parte della compagnia teatrale Gli Omini e con i disegni e le vite di 52 santi, dieci anni fa, hanno ideato e messo in scena, insieme a Francesco Rotelli, L’Asta del Santo, un mercante in fiera sulle vite dei santi. Lo spettacolo ha fatto giocare spettatori di ogni età e religione finché una quarantena mondiale ha costretto i fratelli a casa, spingendoli a cercarsi nuovi protettori e a creare la Coppa del Santo, un campionato che vede sfidarsi vergini, martiri, vescovi e crocifissi. Nasce così, chiamando tutti i santi a raccolta, questo libro degli Omini, il libro giusto per tutti coloro che non sanno più a quale santo votarsi. È bene dire, che ogni Santo che vedrete raffigurato è perfettamente inscrivibile nella sagoma di un pesce. Il perchè del pesce ha perlomeno un triplice significato che non sta a me spiegare. Spavaldo
Dettagli libro
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Editore
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Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
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Argomento
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Collana
Sull'autore
Omini
Gli Omini nascono nel 2006 insieme alla crisi economica mondiale, per volontà di tre ragazzi di campagna di fare del teatro il proprio mestiere. Uniti da una natura comica e malinconica, dalla curiosità per la gente e dall’esigenza di formare il proprio pubblico, i tre toscani iniziano a girare l’Italia con un progetto inconsapevolmente sociale e antropologico dal nome Memoria del tempo presente.
Si spostano, si fermano una settimana in un posto, ascoltano le persone che incontrano per strada, registrano, scrivono e vanno in scena davanti agli spettatori, che irrimediabilmente si riconoscono nelle bizzarre miserie ritratte, come di fronte a uno specchio rotto. Da allora Gli Omini cambiano, ma portano avanti il metodo, coltivando un vasto repertorio di spettacoli e un archivio di materiale umano in costante crescita. Nel 2014 il gruppo riceve il premio Enriquez come “compagnia d’innovazione per la ricerca e l’impegno civile” e nel 2015 il premio Rete Critica come “miglior compagnia dell’anno”, con gli spettacoli La famiglia Campione e Ci scusiamo per il disagio. Da sempre Gli Omini tentano di spostare il teatro. Lo portano nelle stazioni e nei boschi, lo trasformano in sala da ballo coinvolgendo una folle orchestra di punk da balera (gli Extraliscio accompagnano Gli Omini nel varietà Gran Glassè), lo spingono in periferia insieme
a un gruppo di graffitari per farne nascere un murales (Elektro Domestik Force) e succede poi che lo travestano da bisca per giocare con i Santi. Tutto per sentirsi meno soli.
Siamo tutti soli, siamo tutti diversi, siamo tutti Omini.