Posso solo amare Otto storie in cui l’amore è la cura

Posso solo amare

Otto storie in cui l’amore è la cura

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Amare è come respirare: è inevitabile. E come non si può smettere di respirare, così non si può decidere di non amare. Questo concetto è diventato chiaro, per Paolo Ruffini, sin dai tempi di PerdutaMente: non un documentario sull’Alzheimer, come spesso si crede, ma un documentario sull’amore, sull’amore ineluttabile che diventa l’unica àncora di salvezza, l’unico appiglio alla vita di prima, per chi soffre di questa terribile patologia degenerativa. L’amore, in altre parole, ha la capacità unica di tenere in vita: se anche non guarisce, l’amore cura. È questo il punto di partenza, e il filo conduttore, delle storie raccolte in questo libro. Storie di sofferenza e vicinanza, di pazienti e caregiver, e soprattutto storie in cui l’amore si è dimostrato più forte e resistente della malattia e della morte. Attraverso le parole e i ricordi dei protagonisti di ogni capitolo, Ruffini compone un ideale mosaico in cui tante vite, segnate dal dolore, vengono cambiate dall’amore e dalla presenza di chi se ne prende cura. E in questi esempi ispirazionali il lettore scoprirà che è possibile rintracciare una sorta di mitologia: alle storie mitiche, infatti, l’autore attinge a piene mani per dire qualcosa di semplice e rivoluzionario, e cioè che gli eroi ci assomigliano, che ci sono vicini, perché condividiamo la loro stessa natura: non possiamo guarire chi amiamo, non possiamo salvarlo, possiamo solo amare.

Dettagli libro

Sull'autore

Paolo Ruffini

Paolo Ruffini (Livorno 1978) è attore, conduttore televisivo, regista, autore e produttore cinematografico e teatrale. Debutta sul grande schermo con il film Ovosodo, cui seguiranno numerosi successi tra i quali Natale a Miami, La prima cosa bella, Fuga di cervelli e molti altri. Conduce diverse edizioni del programma Colorado su Italia1 e parallelamente prosegue la carriera teatrale, spaziando dalla prosa al varietà. Da sempre impegnato nel sociale, soprattutto sui temi della fragilità e dell’inclusione, si distingue in particolare per il progetto Up&Down, in cui lavora con attori disabili. Nel 2022 firma la regia del docufilm PerdutaMente, il cui lavoro ha ispirato la ricerca per questo libro.