Quale verità?

Quale verità?

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Gli interventi di questo volume, che raccoglie scritti d’occasione composti tra il 1969 e il 2013, attraversano il campo del falso e del segreto, guardando sempre a un tema centrale per Umberto Eco: quello della verità, o meglio della illusione della verità che molti discorsi (dei media, dei politici, dei privati cittadini cospirazionisti) alimentano e rafforzano. Ogni notizia è prospettica, ogni discorso è selettivo; l’obiettività, dunque, è un puro mito. Per questo si tratta di smascherare le strategie retoriche di mistificazione che sono presenti nelle varie forme di pensiero magico che stanno ritornando nella nostra società e in tutte le forme di complotto, che si nutrono di eroi, nemici, guerre e sceneggiature narrative pop, appagando i propri seguaci con storie che assolvono da molte responsabilità: forme di “fascismo psicologico”, che risolvono tutto nella lotta semplificante di Bene e Male. “Non ci interessano i fatti, ma le parole.”

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Sull'autore

Umberto Eco

Umberto Eco (Alessandria 1932 − Milano 2016), filosofo, medievista, semiologo, massmediologo, ha esordito nella narrativa nel 1980 con Il nome della rosa (premio Strega 1981), seguito da Il pendolo di Foucault (1988), L’isola del giorno prima (1994), Baudolino (2000), La misteriosa fiamma della regina Loana (2004), Il cimitero di Praga (2010) e Numero zero (2015). Tra le sue numerose opere di saggistica (accademica e non) si ricordano: Trattato di semiotica generale (1975), I limiti dell’interpretazione (1990), Kant e l’ornitorinco (1997), Dall’albero al labirinto (2007), Pape Satàn aleppe (2016), Il fascismo eterno (2018). Ha pubblicato i volumi illustrati Storia della Bellezza (2004), Storia della Bruttezza (2007), Vertigine della lista (2009), Storia delle terre e dei luoghi leggendari (2013) e Sulle spalle dei giganti (2017).

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