Alla domanda con quale donna della storia dell’arte avrebbe voluto cenare, Umberto Eco rispondeva senza esitazioni con un nome: Uta di Naumburg. Uta di Naumburg è una delle dodici statue in cui un anonimo scultore del XIII secolo ha raffigurato i fondatori e benefattori della cattedrale della città. Uta è caratterizzata da un gesto modernissimo: con la mano destra alza il collo della pregiata veste, come per difendersi dal pingue, forse violento e certamente non amato sposo, Ekkehard. La bellezza del volto, l’aura malinconica e tragica di Uta rapiscono Günter Grass fin dal primo incontro, sul finire degli anni ottanta. Grass inizia a convocare i dodici fondatori, e soprattutto la bella Uta, sulle pagine bianche, disegnandoli, immaginando conversazioni con e tra di loro. Anni dopo, quando il Muro è caduto e il mondo è cambiato, l’autore riconosce la fatale Uta nel profilo di un’artista di strada, una statua vivente che rappresenta appunto Uta, e sembra inseguirlo tra le piazze di Colonia prima e Milano poi. Cerca di parlarle, ma un ambiguo sgherro (una strana reincarnazione del cattivo Ekkehard) lo allontana bruscamente. Infine la ritrova a Francoforte, sempre statua vivente, ma nei panni di un’altra donna, Elisabetta delle Rose. Questa volta riesce a parlarle, ma non sa che, seguendo fino in fondo questa ossessione letteraria, inconfessabile persino a sua moglie, Grass si troverà in serio pericolo. Un racconto inedito del premio Nobel per la Letteratura, con i disegni originali dell’autore. Inizialmente concepito come un capitolo della sua autobiografia, questo testo è stato scoperto solo recentemente negli archivi di Günter Grass dalla sua storica collaboratrice, Hilke Ohsoling.
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Italiano -
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Sull'autore
Günter Grass
Günter Grass (1927-2015), nato a Danzica, è stato scrittore, scultore e grafico. Con il romanzo Il tamburo di latta (1959) ha ottenuto un successo mondiale. Nel 1999 gli è stato conferito il premio Nobel per la Letteratura.