I fratelli Howard trascorsero sul set tanto tempo quanto nei parchi giochi. Ron recitava la parte di Opie contrapposta a quella di Andy Griffith e, più tardi, quella di Richie Cunningham contrapposta a Henry Winkler, il Fonzie di Happy Days. Clint, invece, fu per anni il protagonista, accanto a un orso bruno, della serie Il tenero Ben. Ma anche l’alieno Balok in Star Trek.
In The Boys, i fratelli Howard raccontano la storia della propria infanzia tra gli anni Sessanta e Settanta. La loro mamma e il loro papà non erano i tipici genitori di star. Rance e Jean Howard, provenienti dall’Oklahoma rurale, si trasferirono in California per tentare la fortuna nel mondo dello spettacolo. E quando inseguire i propri personali sogni di gloria si rivelò frustrante, decisero di rimodulare le proprie vite per diventare mentori e manager dei figli: un eccezionale atto d’amore. Ron e Clint ebbero così l’opportunità di crescere in modo normale, anche se all’epoca il dodicenne Ron Howard guadagnava più della leggenda del baseball Sandy Koufax.
Certo non mancarono i momenti difficili. Ron a scuola veniva bullizzato e soffriva non poco per l’atteggiamento iperprotettivo dei genitori. Clint, da adolescente, scelse la strada della ribellione e quando i ruoli per lui cominciarono a scarseggiare, deluso, cadde vittima dell’abuso di stupefacenti. Ma la forza della famiglia Howard alla fine ebbe la meglio e Ron e Clint divennero, da adulti, il primo uno dei registi più famosi al mondo, il secondo un amato attore caratterista.
Il loro viaggio dall’infanzia alla maturità permise loro di lavorare con il Gotha di Hollywood: Andy Griffith, Don Knotts, George Lucas, Harrison Ford, Richard Dreyfuss, Roger Corman, Henry Fonda, John Wayne e molti altri. Ma furono sempre mamma e papà, le loro guide.
The Boys è l’emozionante storia di una famiglia autenticamente americana ai figli della quale, semplicemente, è capitato di crescere in Tv.
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Sull'autore
Ron Howard
Ron Howard, affermatosi come attore bambino al cinema – recitando ne Il viaggio di Anatole Litvak, quando aveva quattro anni – e in televisione, diventa famoso grazie al ruolo di Richie Cunningham in Happy Days. Partecipa a film cult come American Graffiti (1973) di George Lucas, per poi intraprendere una carriera da regista che lo ha portato a dirigere commedie come Splash – Una sirena a Manhattan (1984), Cocoon (1985) e Il Grinch (2000), ma anche film di generi differenti come Apollo 13 (1995), A Beautiful Mind (2001), Cinderella Man (2005), la trilogia de Il codice da Vinci (2006), Frost/Nixon – Il duello (2008), Rush (2013) ed Elegia americana (2020). Il suo ultimo film è Tredici vite, sull’incidente di Tham Luang in Thailandia. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti tra cui due pre- mi Oscar (miglior regista e miglior film) per A Beautiful Mind, un Golden Globe, due Emmy Awards e un Grammy Award.