«Mio padre è quel signore che in un filmato Rai ormai passato alla storia, il giorno della vittoria del primo scudetto del Napoli, a fine partita scappa negli spogliatoi inseguito da Giampiero Galeazzi che lo sovrasta brandendo un microfono. Sugli spalti novantamila napoletani cantano la loro gioia, e lui, occhi bassi e passo veloce, si limita a dire: “Abbiamo fatto un buon lavoro. Sono soddisfatto”. Stop.» Ottavio Bianchi è fatto così. Schivo, riservato, umile. Eppure il suo nome è nella leggenda del calcio italiano, visto che lui portò il Napoli al primo, indimenticabile scudetto. Il ricordo di quei quattro anni da allenatore della squadra partenopea (una compagine fortissima, costruita attorno al più grande di tutti, Maradona, ma con campioni indiscussi come Careca, Carnevale, Alemao, De Napoli, Ferrara e tanti altri) è una delle poche cose che riesce a forzare la sua proverbiale riservatezza. Questa autobiografia è infatti un’eccezione straordinaria, una fuga di informazioni, una confessione a lungo rimandata, che solo la figlia Camilla, giornalista, poteva raccogliere. Solo a lei, Bianchi poteva dettare il racconto di una vita sul campo, prima da calciatore di ottimo livello, poi da allenatore vincente. Un racconto caldo, divertente, emozionante e a volte commovente, profondamente sincero perché a una figlia si possono dire cose che ad altri non sveleresti mai…
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Italian -
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About the author
Ottavio Bianchi
Ottavio Bianchi (Brescia, 6 ottobre 1943) è un ex allenatore ed ex calciatore italiano. Ha giocato in diversi club (Brescia, Napoli, Atalanta, Milan, Cagliari). Nel 1985 arriva alla guida del Napoli, che porterà alla conquista del primo Scudetto della storia partenopea nel campionato 1986-1987, vincendo nella stessa stagione anche la Coppa Italia e successivamente, nel 1989, la Coppa Uefa. Nel 1990 passa alla Roma, con la quale vince nel 1991 la Coppa Italia , e nel 1994 all’Inter.