Durante la guerra dei Balcani molti iugoslavi in fuga dalle violenze e dai nazionalismi raggiunsero, esuli, Berlino. Queste donne e questi uomini cercarono di preservare quello che restava della loro cultura e della loro identità, entrambe messe a repentaglio dalla dissoluzione della Iugoslavia e, al contempo, si trovarono a dubitare delle certezze con cui erano cresciuti dovendo fronteggiare un futuro nuovo e imprevisto.
Per chi, come l’autrice, era stato costretto alla fuga e alla precarietà dell’esilio il bene più importante divennero i ricordi. Ed è per questo che, partendo da una serie di fotografie tenute in una borsa di pelle in fondo a un armadio, Dubravka Ugrešic ́ ricostruisce la vita della madre. Mentre, parallelamente, racconta anche la sua storia, il suo presente e il suo passato, intrecciandola ad aneddoti di vita quotidiana, a suggestioni letterarie e a riflessioni sulla vita e la scrittura creando così un collage fatto di frammenti nitidi come fotografie che, insieme, danno vita a un quadro più grande. Un affresco storico del nostro continente tra gli orrori e le speranze del secolo passato e, al contempo, una riflessione sull’esilio e sulla scrittura come unica patria possibile.
“Attraversando i nazionalismi che portarono alla guerra e attuarono la ‘pulizia etnica’, alcuni scrittori dell’ex Iugoslavia abbandonarono il loro paese. Tra questi venne a trovarsi – ‘tra asilo ed esilio’ – Dubravka Ugrešic ́. Non ha chiesto asilo politico a nessuno e considera da sempre l’esilio come una condizione naturale per chi scrive... Dopo il crollo del muro di Berlino, l’Europa orientale ha visto poche opere letterarie come quelle di Dubravka Ugrešic ́. Pochi hanno avuto il coraggio di porre lo specchio davanti agli occhi della propria comunità o nazione.”
Dalla prefazione di Pedrag Matvejevic ́
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Italiano -
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Sull'autore
Dubravka Ugrešic ́
Dubravka Ugrešic ́ è nata nel 1949 in quella che allora si chiamava Iugoslavia. Dopo la laurea in Letteratura comparata e in Letteratura russa ha lavorato per molti anni presso l’Istituto di Teoria della Letteratura dell’Università di Zagabria, perseguendo carriere parallele come scrittrice e accademica. Nel 1991, quando scoppiò il conflitto in Iugoslavia, assunse una ferma posizione contro la guerra, diventando per questa ragione un bersaglio per i giornali nazionalisti, i politici e anche per alcuni colleghi scrittori. Ha lasciato la Croazia nel 1993 e da allora ha insegnato in numerose università americane ed europee, come Harvard, Columbia e la Freie Universität di Berlino. È autrice di acclamati romanzi, racconti e saggi, tradotti in più di venti lingue, e vincitrice di numerosi premi letterari, tra cui il premio di Stato austriaco per la letteratura europea (1999), il premio Heinrich Mann per la saggistica (2000) e il premio Jean Améry per la saggistica (2009). È stata nominata per l’International Booker Prize ed è stata finalista agli NBCC Awards 2011 per la critica.