Una storia francese del XIX secolo su un aspetto fondante della vita: il venire al mondo, la nascita, il nascere. Nella provincia rurale e soprattutto a Parigi si viene guidati in angoli talora ancora presenti e da riscoprire. E attraverso le vite e le opere di Marie-Anne Boivin e di Stéphane Tarnier si ricostruisce un passaggio epocale del modo di nascere: da arte secolare sviluppata nella pratica, tutta al femminile, delle levatrici ai primi apporti della nascente specialità ostetrico-ginecologica, subito rigorosamente difesa dal monopolio della scienza medica maschile. Una indagine storica, che porta l’attenzione sul ruolo delle donne, svolta con la sensibilità di un medico donna. Ma anche un movimentato racconto fatto di ricerche e di rimandi letterari, scritto con l’intento di portare un particolare aspetto della storia della medicina alla ragione, ma anche al cuore di chi legge.
I due non si conobbero, ma ci pare di poter dire che, a Parigi nel XIX secolo, Madame Boivin e Monsieur Tarnier si passarono di mano il testimone della scienza ostetrica e ginecologica: mani nude, quelle femminili di inizio secolo, e mani «armate», quelle maschili di fine secolo; sempre animate da un identico spirito «avanguardista». Il sottile legame che li unisce consente non solo di compendiare la storia del parto ma, anche, di aiutare a raccontare la storia delle donne, qui soggetto e oggetto, attrici e spettatrici.Dettagli libro
-
Editore
-
Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
-
Argomento
-
Collana